lunedì, dicembre 11, 2006

SEO - The story so far...

Da ottobre partecipo al corso SEO chiamato "Stomper".

In pratica, è un corso avanzato di "Search Engine Optimization", pilotato da Andy Jenkins e Brad Fallon.

La lista di cose "non sapute" di SEO è enorme. La curva d'apprendimento ripidissima.

Ma questo corso non finisce semplicemente con una vasta quantità di soggetti da imparare - mi lascia pure dei dubbi, che presto spero di poter risolvere.

Una delle cose più importante che ho imparato è che non è una gara contro Google, Yahoo!, MSN e compania, bensì una gara contro la propria competizione.

Per analizzare il SEO usato nei siti della concorrenza, esiste del software davvero interessante, ma mi chiedo se, oltre ai risultati riscontrati per il mercato d'origine (USA), funzionano anche nei mercati particolari, come ad esempio l'italia?

Il bello del SEO è che ce ne sono tanti pezzi del puzzle, ciascuno fondamentale per il successo del progetto nel suo complesso.

I creatori di questi programmi (parlo di SEO Elite, Wordtracker & Co.) spesso sono anche loro degli esperti SEO.

Se non esiste una soluzione oggi, basta contattarli e ben presto convertano la tua richiesta in un mercato nuovo da accontentare.

Per ora inizio a progettare i primi 2 siti. Poi vi racconto come vanno e che posizione raggiungo.

giovedì, novembre 23, 2006

Dell nel futuro di Second Life

Sono stato a Dell Island in Second Life e devo dire che l'esperienza è stata più che positiva.

Il fatto è che, per principianti come me, Second Life si presenta come un mondo a volte infantile.

Certo ci sono delle cose interessanti e servizi sicuramente di gran valore ma al momento non ne vedo tanti. Per dirne una ho trovato un posto dove, lasciando il mio avatar a ballare mentre uscivo a pranzo, ho guadagnato $Lin6...

Dell ha preso la corraggiosa decisione di aprire una presenza permanente sull'isola. Ma, a differenza di molte campagne pubblicitarie usa e getta, ha evidentemente avviata una strategia lungo-termine all'interno del gioco.

Basta vedere le conference rooms (a che cosa serviranno?), il museo, e tutta l'interattività nella stanza universitaria di Michael Dell. Se non ho capito male, apriranno dei Kiosks all'interno delle zone residenziali pagando un'affitto per lo spazio usato ai proprietari vicini.

Altro che superficialità!

Nel Web 2.0, o 3.0 come viene oramai descritto in certi ambienti, bisogna dare tanto per ricevere riconoscimento e, con questa sua strategia di dare un input serio e studiato all'ambiente virtuale più importante nel mondo, Dell si guadagnerà sicuramente la fiducia di tutti.

mercoledì, novembre 15, 2006

Dell in Second Life?

Ooohhh. Second Life ha un nuovo resident.

Dell ha aperto un nuovo negozio nel mondo virtuale.

Si chiamerà Dell Island e venderà PC virtuali ai residenti di Second Life ma si potrà anche ordinare uno vero per il proprio First Life.

Visitatori entreranno nella "stanza di produzione" dove potranno configurare dei PC reali e/o virtuali, pagando in Linden Dollars oppure U.S.Dollars, a seconda la destinazione finale.

Mi viene da chiedere se anche in Second Life, Windows Vista arriverà in ritardo...

martedì, novembre 14, 2006

Microsoft Rocks!!!

Avete presente Giorgio Mastrota e le sue messaggi promozionali che ti fanno cadere i denti?

Beh, 12 anni fa, Apple Computers, in quel periodo priva della guida di Steve Jobs, usava le stesse tecniche per trasmettere un’identità, emm.. persa. Guardate la pubblicità per la Performa del 1994 se non mi credete.

Torniamo al presente e le nuove pubblicità sul sito della Apple sono pieni di quell’impronta che Jonathan Ive ha lasciato sull’azienda.

Insomma. Un’azienda rinata e decisamente cool.

Ora considerate per un’attimo la Microsoft. Grazie a persone come
Scoble, la Microsoft è ora una società che riconosce il ruolo che l’anima dell’azienda ha nell’opinione pubblica. Cioè bloggano. Una società quindi che pian piano si sta allontanando da un passato buio per diventare più, come dire, moderna...

O si...?

Credo di aver scoperto l’identità nascosta della Microsoft. Quella che, in fondo in fondo sognano di sfoderare...

Dopo di aver letto le parole, credo firmamente che le pubblicità della Apple siano più azzeccati di quanto imaginassi. Aiuto.

Ascoltare per credere...

venerdì, novembre 10, 2006

Ora tocca a me

Sono davvero felice oggi.

Non solo il mio pensiero dell'utilità di unire il dialogo di un blog con la solidità di un sito in ambiente aziendale ha riscontrato un consenso dal mio cliente, ma ha deciso di agire in merito.

La cosa più buffa è che ho avuto il privilegio di imparare tutto quello che so dal percorso fatto dal nostro più temuto concorrente.

Nel mondo del blog, almeno quello americano che io ho sperimentato, ci si invita al dialogo a vicenda e ho trovato un personaggio della Dell davvero eccezionale. Aperto, trasparente, e pronto a mettersi in discussione in qualunche momento. Il blogger d'eccezione!

La persona non scrive direttemente nel blog della Dell, ma agisce direttamente nei blog di chi la critica.

Ed ora che tocca a me preparare la strada per l'ingresso nel blogosphere del mio cliente, spero solo di poter trasmettere a loro come si vive i valori aziendale con lo stesso orgolgio di chi mi ha insegnato come si fa.

mercoledì, novembre 08, 2006

Fatto l'uno per l'altro

Mi viene da chiedere quando il ruolo di un mezzo mobile e dinamico come un blog deve cedere il proprio posto privilegiato ad uno strumento stabile e più tradizionale.

Certo, un blog porta un messaggio fresco, e sempre aggiornato. Ma se quel "aggiornamento" avviene in più giorni, o addiritura mesi, il blog viaggia troppo veloce e il pubblico meno "technorato" non fa in tempo a leggere il messaggio.

Si sa che i blog sono indicizzati dai spider più frequentemente dei siti statici e quindi sono più "visibile" agli occhi dei motori di ricerca.

Ne segue che strutturare un sito con blog di supporto aiuta a mantenere alto il posizionamento all'interno dei motori in modo del tutto "naturale", mantenendo un dialogo a sostegno dei concetti duratri delle aziende senza incorrere la collera di Google.

Da quando esiste questo blog, ho un'altro dedicato alle facende di un mio cliente. Ho scoperto che, finché trattino di argomenti momentari, superficiali, il blog mi permette di esprimere con chiarezza il concetto.

Ma il momento che devo far riferimento ai valori della socetà, spiegarli, elaborarli, il blog non basta.

Dal momento che, secondo John Naisbitt, tutto non cambia mai, mi rendo conto che, proprio perché communica in questo modo accelerato, un blog aziendale ha bisogno di un sito tradizionale per aggiungere valore alle parole già esistente.

Diversamenti, sono solo parole di passaggio.

lunedì, novembre 06, 2006

May the best desktop win!

Sempre nell'ottica di Web 2.0. il mio amico Marco ;-) ha messo in piede un wiki-contest per catturare i desktop di chi è in ascolto.

Molto social. Molto divertente.


sabato, novembre 04, 2006

Widgets, scoperte e l'immancabile sonno

E' quasi l'una e sono davanti il PC da 18 ore.

Ho due occhi che sembrano quei LED usati per le luci posteriori della nuova Range Rover e quella pesantezza di testa che viene quando il sonno comincia a farsi sentire.

Oggi ho scritto due brochure di prodotti (il nuovo TravelMate 6400 con riconoscimento digitale dell'impronta e l'enorme Aspire 9800) e ho installato il programma Xsite Pro su enrambi PC. Vorrei poter dire che ho letto il manuale ma il tempo non bastava.

Però, c'erano tante cose da imparare. Ho imparato che non so che cos'è un Bar Camp. Marco parteciperà a quello a Torino ma, stando alle regole, non posso andare se non partecipo, e siccome non l'ho mai visto, e non conosco nessuno che c'è già stato, non saprei come affrontarlo.

Mi ricorda un dilemma tutta italiana di tanti anni fa quando non potevo aprire una partiva IVA senza un permesso di soggiorno, ma non potevo avere il permesso di sogiorno senza una partita IVA...

Poi ho imparato che anche i piu' grandi commettano errori. Sul blog di Michel Fortin, Michel ha difeso un suo collega dagli sviluppatori di WordPress che hanno ottenuto un'ordinanza di far cessare l'attivita' del amico che consiste nella vendita' di corsi di WordPress purche' usava lo stesso marchio. Ma Michel lo ha difeso con così tanta passione che ha esagerato, confondendo marchio e brand, e sminuendo le motivazioni della Wordpress di difendere i loro diritti e proteggere i loro interessi.

Ma un grande lo si vede dalla sua capacita' di ammettere quando sbaglia (vedi il mio ultimo messaggio), e Michel ha prima verificato la validità della sua posizione, lo ha ritirato e poi ha riscritto l'intero articolo, chiedendo scusa a WordPress. Grande inversione di marcia. Grande sincerita'. Grandissimo bloggista.

Ho anche imparato che esiste più talento nel mondo dei bloggers in italia di quanto immaginassi. Basta vedere il blog di Shel Israel per capire l'impatto che ha l'italia ha avuto sul suo percorso attraverso il "global village". Non vedo l'ora di vedere il libro che dovrebbe uscire nel 2008.

E mentre ho scoperto un widget nuovo da Hugh Macleod (vede cartoon qui a sinistra) e finalmente ho capito la differenza (forse) tra (tm) e (c) grazie a Seth Godin, la cosa più importante che ho imparato à che l'unica moneta vera che abbiamo è il tempo. E che, a differenza dei soldi, non basterà mai.

Insomma una giornata piena di lavoro, ricerca, e studio. E ora sonno. Tanto.

mercoledì, novembre 01, 2006

Scusa Marco

Ieri ho cercato di fare una buona cosa e ho combinato un guaio dopo l'altro.

Sul blog di Marco Camisani Calzolari c'è un wiki per capire di che cosa si occupano i bloggers.

Davvero interessanto scoprire già che la maggior parte sono consulenti come me. Beh meglio di me, perché quando ho cercato di compilare il Wiki, ho messo il mio nome a posto di quello di Marco, rubandogli il suo link e rovinando un bel pò la presentazione nonché serietà del Wiki stesso.

Vorrei giustificarmi con qualche storiella (sono mezzo irlandese dopotutto!) ma credo che faccia prima ad ammettere che in fin dei conti, ho fatto una cazzata bella grossa.

Sistemato tutto, poi ho anche sbagliato a scrivere il suo nome nel mio blogroll. Insomma ieri neanche Pieraccioni avrebbe potuto battermi per figuracce.

La lezione? RTFM, la traduzione della quale descriverebbe metà della mia vita.

venerdì, ottobre 27, 2006

Sempre dentro il loop

Sto cercando di decidere quanto un principiante possa scendere la lunga coda prima che diventi improponibile fare un sito di e-commerce.

Voglio dire, proporsi come anticristo per Amazon con un budget da poche centinaia di euro non è pensabile, ma scoprire una nicchia piccola piccola ma con buone possibilità di ingresso si.

Ma poi sorge l'altra domanda: quanto sia evoluto il back-end delle attività online in italia?

In America ma anche in UK esistono società che ti fanno "fulfilment" (adempimento) su tutti i prodotti che vendi. In più esistono i call centres in affitto, che gestiscono tutti i riclami. Ci sono società che ti danno tutti gli strumenti per fare un sito ecommerce compreso hosting, inventario merce e cassa per pochissimi soldi. In pratica, tu porti il cervello, qualcun'altro pensa a tutto il resto. Dalla produzione al supporto post vendità, tu sei fuori il loop.

Non è il modo migliore per le persone nuove al commercio online di iniziare?

Se vuoi fare un sito che abbia un ritorno economico più grande di un semplice campagna di Google Adwords, devi avere un prodotto da vendere oppure vendere quello di qualcun'altro attraverso un accordi di affiliazione.

Però qui in Italia, prima di vendere qualsiasi oggetto (fisico), devo fare una dichiarazione (e presumabilmente chiedere permesso) alla camera di commercio...

Ma quante volte ancora dovrò attraversare quel ponte alto alto della burocrazia? Sono d'accordo che in Itaila succederebbe un casino se non ci fossiero dei controlli ma non saremo mai alla pari con i paesi anglosassoni se, prima di combattere nel ring, hai fatto 5 round con lo stato.

lunedì, ottobre 23, 2006

La dolorosa evoluzione della specie

Il tempo determina tutto.

L'ho capito solo oggi. Ironicamente, sono stato troppo preso per capirne l'importanza prima.

Stavo seguendo una presentazione di Rich Schefren quando ha toccato un punto che, ultimamente, mi descrive alla perfezione: L'organigramma di un piccolo business online. Fantastico.

Presidente: YOU
Amministratore Delegato: YOU
Direttore tecnologico: YOU
Direttore strategia: YOU
Direttore personale: YOU
Web designer: YOU
Programmatore: YOU
Grafico: YOU
Copywriter: YOU
Bidello: YOU

Suona familiare? A me si. Sono stato così preso da tutto quello che c'è da imparare nel mondo di IM (Internet Marketing) che stavo trascurando il progetto iniziale che mi ha portato a intraprendere quest'avventura.

Meno male.

Ora mi sono ripreso. Ho scaricato il suo Internet Business Manifesto e stasera ricomincio (quasi) da capo.

Ai tempi di Darwin, l'evoluzione della specie non sarebbe andato così. Mi avrebbero sparato molto, motlo prima ;-)

venerdì, ottobre 20, 2006

Perché sono qui?

Oggi è il mio compleanno.

Ogni anno che passa mi trovo in situazioni che non esistevano neanche l'anno precedente .

Quest'anno ad esempio, sono in ufficio. Sono freelance e questo mi dà il lusso di scegliere quando presentarmi qui. O quasi. Perché anche un freelance è sempre al servizio del mercato.

No, quest'anno sono qui perché ho tanto da imparare. La decisione di aggiungere una conoscenza in più alla propria vità è difficile quanto la decisione di togliere un vizio, come smettere di fumare.

Tutto il mio corpo vuole essere altrove, ma il momento è arrivato di prendere anche un piccolo passo nella direzione giusta. Anche se in salita.

mercoledì, ottobre 18, 2006

Non è il prodotto che fa discutere

In questi giorni ho seguito molto attentamente l'andamento dei blog all'interno del mondo di IT. Ho notato che, almeno da quando sono sceso in campo anch'io, il dialogo si concentra su cinque argomenti ben distinti:

1. Supporto per l'utente
2. Il modello di business
3. Eventuali acquisizioni e/o fusioni
4. Il blog dell'azienda
5. Il prodotto

L'elenco sopra è, sempre secondo quello che vedo io, l'ordine di importanza in base al numero di risposte generato dall'argomento.

Il famoso "Dell Hell" è sempre uno degli argomenti preferiti online me devo ammettere che Richard Binhammer di Dell sta facendo salti mortali per affrontare direttamente tutto le accuse e, come hanno sempre detto nel libro Naked Conversations, il "tough Love" si calma ogni volta che una persona coinvolta direttamente partecipa in modo aperto al dialogo.

Quello che non so spiegare è quello che sta succedendo alla HP. Fino ad una settimana fa, Dan Socci teneva il blog sul supporto (customer services). Lui è (era?) Vice President of HP Services, Technology Services Marketing (secondo Google) e, a giudicare del suo blog, preso di mira da dozzine di lamentele e critiche della società. il contenuto, feedback e commenti erano brutti dal punto che HP ha deciso di eliminare il blog!! Quindi, in questo momento, HP non ha un blog che parla con l'utente...

Ma i discorso violenti non si fermano a supporto all'utente. Le recenti acquisizioni di Alienware da Dell seguito da quella di Voodoo a HP danno ampio fonti per dei commenti a dire poco violenti da parte del proprietario della Voodoo stessa. Ancora una volta Binhammer risponde e chiarisce.
Il modello di business è un argomento storico per queste aziende, che si misurano attraverso share di mercato, costi operativi e stoccaggio di prodotti. Sui blog IT è ovunque. Appena un dipendente prende in mano la tastiera esce la frase "...questo è la dimostrazione di quanto sia efficace il nostro modello di business". Ancora una volta, Binhammer non delude.

Permettere i blog o no? La domanda, sempre nell'ottica di quello che ho seguito, e continuo a seguire, non è se ma oramai quando. Escludo che aziende di importanza non prendono in considerazione la possibilità di strutturarsi in modo di sentire e rispondere in prima persona ai blog, sporatutto quando le voci maligni corrono così veloce.

Quello che mi sorprende è che nessuno parla più dei prodotti. E' pazzesco. il prodotti è scontato, inutile parlarne. Tutto quello che interessa sta intorno al prodotto.

Forse il fatto che non interessa a nessuno spiega perché quei canali tradizionali di promozione e pubblicità non si stanno dando da fare cone questo nuovo medio. Oppure la presenza di un banner sul home page di MySpace significa che anche qui la Dell ci riserverà qualche sorpresa per muovere le acque?

lunedì, ottobre 16, 2006

Soft top blues


Soft top blues
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lingolook.
Se una cosa è bella da fare, nove su diece è complessa.

Prendi il nostro viaggio in Umbria: un pomeriggio di sole indimenticabile, il paesaggio della terra di San Francesco è il mechanismo un po' grezzo della Land Rover per goderlo tutto.

L'episodio (quasi comico per chi guardava) mi ha fatto capire che in tutto quello che facciamo, il fatto che ora abbiamo troppa scelta non ci rende più liberi, ma più incasinati.

Il tempo è diventato una valuta, sopratutto quando ne hai a disposizione. Abbiamo fatto Todi, Perugia e Assisi ma abbiamo vissuto quasi nulla.

Troppa scelta, troppi chilometri (1200!) e poca chiarezza. E' la lunga coda del turismo-fuga. Qualcuno dovrebbe mettere in ordine le cose.

Forse conosco qualcuno che ci sta già pensando.

giovedì, ottobre 12, 2006

Un emergente dilemma

Vorrei segnalare un emergente dibattito.

Molti di vuoi avranno sentito nominare Shel Israel, autore di uno dei più interessante libri sui blog.

il fenomeno del Masked Blogger continua a crescere, e sono coinvolto personalmente. Non è perché ho qualcosa da dire, ma qualcosa di difendere.

Shel Israel ha convertito l'evento in un "case study". Fa bene perchè l'argomento è davvero interessante: "la mia azienda dovrebbe permettere blog oppure no?", e sono coinvolti Apple (indirettamente), Acer (indirettamente) e Dell (direttamente).

Il fatto che quest'ultimo abbia una presenza "ufficiale" però, gli dona una certa sovranità sul argomento ed è qui che non sono d'accordo. E' giusto che chi si astiene non ha voce ma, come ho notato nel mio post, solo perché fino a due giorni fa Intel non aveva un blog non significa che abbiano "credibilità" da appena 48 ore".

Non credo un blogger così influente come Shel Israel debba dar spazio gratuito ad aziende come Dell per difendere e/o promuovere il proprio modello di business all'interno di un dibattito pubblico sull'argomento di permettere o meno i blog.

Vedremo presto se gli altri blogger siano d'accordo.

mercoledì, ottobre 11, 2006

Un'opportunità mascherata

Sono stato un po' silenzioso perché ieri è capitato un episodio interessante.

Viene segnalato un blog scritto da una persona che dichiara di lavorare per Apple. Scrive sotto il pseudonomino Masked Blogger (Blogger Mascherato) perché, spiega lui, rischia il posto di lavoro (attualmente Apple ha una politica no-blog).

Solo questi due elementi bastano per creare uno spettacolo.

Lui scrive che vuole cambiare l'atteggiamento della Apple dall'interno e dopo 4 post, arriva Richard Binhammer, Direttore Comunicazione Aziendale della Dell con un post che poco si distanziava dai classici comunicati stampa.

Ho partecipato al dialogo anch'io, ma solo a difesa del rispetto per quelle aziende che, per motivi ben diversi, non hanno ancora iniziato a partecipare alla communità dei blogger.

Credo fortemente nel equilibrio delle cose. Non mi piace mai quando una forza abbia un vantaggio talmente grosso di non permettere a nessun'altro di farsi sentire.

Tuttavia, spetta agli altri di parlare più forte se l'equilibrio che godono lo vogliono mantenere.

lunedì, ottobre 09, 2006

50:1

Date un'occhiata a questo post di Seth Godin. Devi forse conoscere il suo spirito prima di capire il messaggio ma mi piace la frontezza. Sei nei 50 oppure nei 1?

Common Sense...

Stamattina ho ricevuto il mio primo feedback. Nulla di straordinario, forse, ma significava molto per me.

Avevo scritto delle mie preoccupazioni per il futuro del blogosphere ora che aziende come B5Media iniziano a popolare la rete. Paragonando i blogger ai sudditi descritto in Common Sense di Thomas Paine, ho commesso l'errore di considerare i blogger è il loro spirito come una massa di idealisti spinti dalla passione e privo di una "coscienza corporate".

Per fortuna il blogosphere non è un paradiso degli stolti e Shel Israel mi ha risposto, spiegandomi non solo che la mia interpretazione fosse sbagliato ma che fosse fondato sui principi erronei. Thomas Paine non scriveva il suo famoso libro per passione, ma pretendeva diritti d'autore da ogni stampatore che ne faceva copie.

In effetti, non c'è alcun male se un media commpany come B5Media inizi a promuovere communità di blogger, pagando chi contribuisce come qualsiasi giornalista attuale. La mia speranza è solo che lo spirito è il pensiero libero della communità dei blogger non venga in qualche modo "indirizzato" da interessi commercialmente e politicamente più potente.

mercoledì, ottobre 04, 2006

Se c'è la Long Tail, dov'è la testa?

Ho cominciato tracciare il percorso della mia rivoluzione professionale con Naked Conversations. Ora tocca a The Long Tail di Chris Anderson, direttore di Wired. Ne ha parlato Raffaele Mastrolonardo (Il Manifesto) e sono curioso di approfondire questo cambiamento nei modelli di business sopratutto nell'ottica della comunicazione integrata.

Spesso e volentiere faccio consulenza per agenzie di pubblicità. I creativi italiani sono molto gettonati ma, a volte, la casa madre è di proprietà inglese o americana e vogliono la traduzione. Al di là della creatività necessaria per fare una traduzione pubblicitaria, quello che mi colpisce è il modello, il template e lo standard per questo prodotto.

Sempre la stessa formula, spesso lo stesso dialogo ma con personaggi diversi.

Solo nel primo capitolo di The Long Tail, Anderson descrive di come il broadcast (TV/Radio) riesce a mandare un show ad un millione di persone, ma non riesce a fare il contrario, cioè portare un millioni di shows ad una persona. Il primo modello appartiene all'epoca del broadcast, il secondo all'epoca del broadband.

Avete mai notato come una pubblicità ha una durata lunghissima? Quanti anni sono che Fiona May interrompe la parte più importante del film in TV con i suoi Kinder? E che hanno iniziato ad alzare il volume ai livelli sicuramente quasi-illegali? Sono tutti segni che la pubblicità mediatica tradizionale è in seria difficoltà, con ROIs sempre più piccoli.

Internet ha dato visione ad un millioni di mercati che prima non avevano nè mezzi nè voce per farsi sentire, e le agenzie pubblicitari e i loro clienti dovranno farsi una ragione.

Il marketing dell'interruzione sta morendo, il futuro chiede permesso.

lunedì, ottobre 02, 2006

Quando SEO batte R&D

Oggi il premio "chi me lo fa fare?" va ai riparti R&D di quelle societa' che stanno promuovendo il contrattacco al fenomeno iPod.

Se fossero dei web-marketers, cioe' gente che sa catturare l'immaginazione del pubblico gia' del landing page, non si metterebbero d'accordo con dei produttori di soluzioni collegati/correlati per generare altri flussi di incasso?

Non so, tipo includere in bundle un CD con software per gestire i files musicali del utente che poi, se il cliente e' soddisfatto e decide di comprare la versione "full", genera incassi per il venditore in qualita' di affiliate per il prodotto correlato??

Non so se lo fanno tutti, o se non lo fa nessuno, ma se vogliono contrastare il mito iPod/iTunes, non è il caso che chi conta in R&D faccia i conti con il SEO?

venerdì, settembre 29, 2006

FUD ed altre paure

Veniamo al dunque.

Stamattina ho letto il capitolo del libro di Robert Scoble e Shel Israel (Naked Conversations) che descrive perché le aziende non vorranno iniziare a permettere i blog.

Il Concetto di FUD (Fear, Uncertainty and Doubt - Paura, Incertezza e Dubbio) che precede un cambiamento di un sistema esistente l'abbiamo già visto più volte negli ultimi anni. L'ultima che mi ricordo era poco prima del boom di Internet quando nessuno sapeva che cosa farne con un sito.

Ma mi domando se, quando e come l'italia, con la sua cultura così dedicata alla comminicazione abbraccerà un dialogo a doppio senso? Quando i top 10 del Mibtel inizieranno a tenere un dialogo aperto con il "piccolo investitore" attraverso un corporate blog?

E che fine faranno quelli del PR tradizionale? Quelli che usano quello che Seth Godin descrive come "Interruption Marketing" - una tenica che ha servito l'industria fin troppo bene per 50 anni ma che ora rischia di essere rimpiazzato da "Permission Marketing"?

giovedì, settembre 28, 2006

Finalmente qui!

Ce l'ho fatta!!

Sono 2 anni che voglio un mio blog ed oggi ne ho creato 3...

Non lo faccio per complicarmi la vita, ma semplificarla.

Sono un consulente copywriter inglese che vive e lavora in italia e quindi ne ho da scrivere...

Uno di questi blog (The Acer Guy) lo dedico all'esplorazione dell'interessamento che gira intorno al grosso del mio lavoro nella speranza di sviluppare nel tempo un canale diretto e più armonioso con le persone che leggono quello che scrivo.

L'altro lo dedico alle mie esperienze lavorative. Lingolook - The Changing Face of a Copywriter serve a conoscere persone che stanno facendo lo stesso percorso che sto facendo io. Cioè la realizzazione che il modo "tradizionale" e "mono-direzionale" di fare PR e marketing sta cambiando ed io posso e voglio farne parte di questa trasformazione.

L'ultimo sarà uguale al secondo, ma siccome vivo in italia da 17 anni, voglio condividere qualsiasi esperienza nel linguaggio del mio paese di adozione.

Finalmente qui! Finalmente una voce! Finalmente un motivo per crescere!