mercoledì, gennaio 31, 2007

Un mondo a doppio strato

Porto parecchio sfiga.

Scusate il linguaggio ma in solo 2 mesi, ho dovuto ri-installare Windows XP da capo ben due volte e ho cambiato il notebook dopo aver fatto saltare in aria quello "vecchio".

Questa volta, come l'altra, la colpa dell "Blue screen of death" e' di un banalissimo aggiornamento. In questo caso, un programma venduto da McAfee per pulire Windows Registry. L'ha dato una pulita talmente bene che mi ha disabilitato la funzionalita' Bluetooth (tastiera e mouse) nonche' la funzionalita' del pacchetto antivirus dalla stessa McAfee.

In piu' non riesco ne' a togliere i software difettosi ne' reinstallarli.

Io capisco e sostegno il sentimento contrario agli upgrades forzati (tipo Vista) a favore di una costante aggiornamento online - mi pare ovvio che stiamo andando in quella direzione.

Ma quando ti succedono queste cose, quando devi partire da capo e, 9 su 10 litigare con i software vendor perche' non ti fanno downloadare di nuovo il software che hai pagato online, non ti sembra che forse e' arrivato il momento di riesaminare come disegniamo il PC?

Sono cosi' complessi ma c'e un mondo di funzionalita' online (es il blog) che dipende dalla stabilita' offline (sistemi operativi).

Ci si perde il primo, difficilmente il secondo.

E allora perche' non si puo' progettare un sistema operativo stabile e minimale (per fare tutto quello che si vuole fare offline) che poi si interfaccia con applicazioni magari piu' complessi online per le cose piu' inpegnativi, dove a fare il lavoro del processore ci pensa il provider del servizio.

Cosi' il PC dell'utente non deve supportare la responsabilita' di far funzionare tutto quello che serve (la parola "imcompatibile" non e' per niente nuova nel mondo IT) ma non appena mi collego ai miei servizi/applicazioni online, ho accesso a tutto quello che mi puo' servire.

Forse con Google Docs & Spreadsheets, ci stanno gia' pensando... Personalmente, non vedo l'ora.