mercoledì, aprile 04, 2007

Il web ci studia

Ieri leggevo il blog di Brad Fallon e ho trovato un video magnifico quanto provocante che illustra come il web, e la macchina che lo gestice (Google & Co.), usano il modo di archiviare, gestire e fornire dati e contenuti online per studiare l'uomo.

Infatti non a caso si intitola "The Machine is Us/ing Us" che, tradotto male, significa "La Macchina siamo noi/ci sta usando".

Tante società implementano sistemi complessi di CMS (Content Management Systems) per gestire il contenuto dei loro multiplici siti online (Acer EMEA, ad esempio, ne ha più di 30 da gestire) e quindi c'è la costante lotta per mantenere sempre aggiornato il contenuto, presentarlo in modo piacevole e organizzarlo in modo che sia facile (e intuitivo) da trovare.

Il video, messo insieme da Michael Wesch, Assistant Professor of Cultural Anthropology al Kansas State University, traccia il percorso dell'informazione che carichiamo, appunto, nella macchina (Google & Co.), e suggerisce che l'organizzazione di questi dati, per quanto gestito e creato da noi, sta di fatto insegnando alla macchina i processi organizzativi dell'uomo...

Niente male...

lunedì, aprile 02, 2007

Gli alti e bassi delle parole

La vita di un copywriter ha i suoi momenti. Alti e bassi. Questo momento e' un concentrato di entrambi.

Da un lato c'e' la felicita' di aver compiuto un'azione pieno di soddisfazioni personali. Io e mia moglie abbiamo finalmente dato luce al nostro progetto genitori in fuga, puntando sulle esperienze di chi ci trova in rete per far crescere una communita' di genitori con qualcosa di profondo da raccontare.

Da l'altro, sono ancora sotto shock per la violenza che a volte puo' nascondersi dietro le parole. L'autrice di uno dei miei blog preferiti, Kathy Sierra, ha ricevuto una minaccia di morte e ha smesso di scrivere.Si potrebbe chiudere un occhio dicendo che e' solo un caso isolato, insignificante e esagerato ma trovo oggigiorno che le parole di odio vibrano ancora piu' intensamente delle parole d'amore, lasciando un sapore ripugnante quanto letale per chi le riceve.

Sento una profonda empatia per la situazione di Kathy, anche se non l'ho mai incontrata. Come professionista, come genitore e sopratutto come essere umano vorrei poter cancellare la macchia terribile lasciato da quelle minaccie e credere che, nel profondo, le persone abbiano ancora un briciolo di amore rimasto nel proprio cuore.

Un amore capace di regalarsi momenti e sensazioni che rimarranno impresse nel loro cuore tutta la vita.