lunedì, gennaio 08, 2007

Acer, Ferrari e Marketing nei blog aziendali

Beh è passato quasi un mese quindi forse è arrivato il momento di riattivare la tastiera...

Ultimamente sono stato travolto da un paio di argomenti.

Il primo, tutto il furore intorno all'ultimo flop/successo di Edelman.

Pare che la rabbia e gelosia di alcuni
blogger (sia quei 90 blogger che hanno ricevuto il notebook Acer, sia il resto del mondo) hanno trasformato questa campagna in un flame di proporzioni bibbliche!

La questione di etica è solo una parte di questi sentimenti che quasi ostentano santimonia. Quello che mi preoccupa è il fatto che ha
trascinato Acer nel bel mezzo di questo casino.

Io lavoro per le pubbliche relazioni di Acer e so per certo che non ha collaborato direttamente a questa campagna. Come succede da sempre, un venditore di un nuovo prodotto (in questo caso MS) ha scelto in libertà una macchina per fare vedere al meglio il suo prodotto, ordinando e pagando per "x" numero di pezzi. Dopodiché il venditore (MS) è libero di far quello che gli pare per raggiungere i suoi obbiettivi (mandarli ai giornalisti, ragalarli, bruciarli davanti al parliamento ecc...).

Senza la macchina MS non avrebbe potuto fare vedere nulla. La macchina scelta (in questo caso Acer Ferrari) era solo ed esclusivamente un mezzo come qualsiasi altro per far conoscere un'altro prodotto.

E' come se qualcuno regalasse un iPod 80GB con una canzone per promuovere una band emergente. E' colpa della Apple?

La seconda è molto più di un flame. E' un precedente.

Si tratta del comportamento che ci si aspetta dalle aziende che hanno un blog. Tra HP a Dell, è iniziata una certa gara per vedere chi è più “umana”, meno “corporate” insomma.

Trattandosi di aziende di una certa dimensione, sono in tanti a saltare sul treno, compreso MWW Group (PR di Amazon.com tra molti altri), che sostengono che nel blog di un'azienda ci deve essere assoluta libertà di espressione.

Io non sono d'accordo e ho scritto il perché sul loro
blog, risposta che ad oggi non è stata pubblicata. Le mie intenzioni non sono di aggravare la posizione dei blogger là fuori, bensì proteggere un equilibrio di dialogo che si è formato negli anni.

Mentre un blogger agisce da solo, il blog di un'azienda deve rappresentare tutta la loro storia, i loro valori, la loro visione e difetti. Se no che blog è? Deve avere lo stesso tono di voce che il pubblico si aspetta da quella azienda e deve essere coerente con tutta la communicazione passata e futura che l'azienda trasmetterà.

E come si fa senza linee guide, parametri e, perché no limiti? Persino su uno dei blog della Lenovo parlano del fatto che tutti i clienti vanno trattati con lo stesso rispetto e con gli stessi diritti. Se i blogger pretendono di più arriva un punto in cui bisogna accettare che
perdere il cliente sia la cosa migliore!

E poi come si fa a dire che il Marketing non deve entrare nel argomento quando, parlo di HP, sei "Vice President of Global Marketing Strategy & Excellence for HP" e il tuo blog si chiama "
Marketing Excellence"?? Per di più, c'è una piccola clausola in fondo alla pagina che dissocia l'azienda dalle opinione dello scrittore.

Troppo facile così.

Non so che cosa ne pensate, ma dal momento che un blogger non esprime il vero valore dell'azienda per la quale scrive, per me quell'azienda non ha un blog.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, certo che se come regali aziendali ti vengono regalati dei ipod apple o dei notebook... scommetto che non è poi un problema scrivere qualcosa di bello sul blog del produttore! Non puo fare altro che scriverci delle cose postive e fargli pubblicità...!
Ciao

Michael Walsh ha detto...

Anonimo,

Solitamente, si cerca di contribuire alla discussione e non approfittare per fare la propria pubblicità.

Solitamente, si mette il link al proprio sito nella firma di chi scrive il commento, in modo di verificare l'autenticità e buona volontà di chi scrive a partecipare.

Il proprietario del blog è poi felicissimo di ospitare il link.

Dare per ricevere.

Ho lasciato la tua risposta perché voglio che questa mia abbia un senso, e che le persone che lo leggono traggono le proprie conclusioni sulla tua trasparenza.