giovedì, maggio 08, 2008

Tutto come prima


Che cosa c'è che non va in questo foto?


Oggi mi pare tutto come prima.

Non intendo iniziare con un lieto fine. Anzi.

Ad un certo punto, un paio di ore fa, spunta dal mio Google News Reader un’articolo apparentemente interressante.

Il premio Grinzane “Scrivere Web”.

Già il fatto che è apparso in automatico nel reader RSS gli fa guadagnare punti.

Ma poi, la realtà arriva.

La prima cosa che colpisce - come quasi sempre - è la mia totale ignoranza sulla denominazione del premio. Per un motivo o l’altro, il nome dell’istituzione e/o personaggio di qualche gara mi sfugge sempre.

Faccio parte di una generazione con altre priorità. Potrei nominare le case discografiche più oscure della musica elettronica, raccontarvi dei valori nazionali intrinseci di James Bond e parlare per ore e ore dell’importanza del social media e del triste stato attuale della conoscenza di SM nelle aziende italiane, ma i nomi delle istituzioni per me vengono e vanno come i nomi dei vini più buoni che, inevitabilmente, non ricordo mai.

La seconda cosa che colpisce dell’articolo però, è che promuove i giovani. Per di più promuove la loro attività in rete, premiando “quattro ragazzi protagonisti della comunicazione nell'era di Internet e dei blog”.

Ci siamo. Leggo ancora con più interesse.

Per la sezione webmania i ragazzi dovevano presentare un breve elaborato concepito per la pubblicazione online; per la sezione blogmania (novità di questa quarta edizione di "Scrivere Web") i partecipanti sono stati invitati a presentare un loro blog, innovativa forma di comunicazione che si avvale di tutto ciò che la rete offre: parole, immagini, suoni, video, chat.

Finalmente un giornale che non ha paura di fare un servizio su un mezzo che un giorno lo farà chiudere. Questa sì che progresso.

Sono stati 1504 gli elaborati pervenuti da tutta Italia. Tra questi, i 20 racconti e i 10 blog selezionati come finalisti sono stati pubblicati sui siti www.grinzane.it e www.repubblica.it (no link - Michael) e valutati da due giurie, una di critici e una di utenti web.

Caspita! Sono veramente fuori passo perché sono veramente tanti (e io non sapevo nulla). Lo standard dei vincitori doveva essere veramente alto.

Andiamo a vederli…

Guarda attentamente perché e qui che il 1.0 incontra il 2.0 e dimostra che non è ancora pronto a concedere nulla.

Non ci sono link.

Ma aspetta un’attimo. Si tratta di una gara per la comunicazione online e non ci sono link a quello che hanno fatto? Deve esserci qualche errore. Andiamo sul sito di Grinzane.

Niente da fare! I nome dei vincitori ci sono e come, ci sono ben quattro foto della premiazione, ma quello che hanno fatto rimarrà per sempre un segreto che la stampa non svelerà mai.

Molte ore più tardi scopro se faccio una ricerca sul sito con SOLO il cognome del vincitore viene fuori un suo articolo con un link al blog che ha fatto.

Ma che fatica!

La prima di tante domande che mi faccio è: perché mettere in piede un concorso del genere e non pubblicare i risultati? E’ puro marketing 1.0 di un’organizzazione che non ha capito come adattarsi al mondo online?

Poi per quanto riguarda l’articolo tanto pro-tecnologico che mi è arrivato con il mio permesso tramite RSS, non mi sembra che così che il giornalismo si faccia grande passi in avanti. Anzi, diventa palesemente troppo protettivo di un sistema sempre più lontano dalla realtà. Voglio fatti da quello che leggo, fino in fondo. Un blogger è tenuto a rivelare i suoi fonti con link. Perché un giornalista no?

Perché fare un premio sulla creatività di espressione online quando la vera comunicazione tra i giovani esiste già dal momento che scoprono Messenger, per non parlare di MySpace, Facebook a quanti altri social networks?

Poi, perché in italia il progresso (giovani online?) viene trattato come hobby per la minoranza? Perché faccio tanta fatica trovare aziende italiane che abbiano abbracciato social media e cercano un vero, profondo dialogo con i propri clienti? L'unico sito serio che ho trovato è questo.

E perché quando guardo video dei “guru” della comunicazione online, o peggio, parlo con i proprietari di agenzie nello stesso campo sento ancora il linguaggio del 20° secolo, privo di emozione e sincerità e piena zeppo di espressioni da fogli Excel?

Ma abbiamo capito o no quello che succede?

Mi pare di no, tutto come prima. Business as usual.

Dai, su, possiamo fare molto meglio di così. Possiamo smettere di insultare il nostro intelletto e quello dei nostri clienti.

Possiamo smettere di interromperli e cominciare a costruire con loro?

Sicuramente si, ma oggi mi pare ancora una battaglia persa.

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